Decreto circa alcune misure di contrasto alla pandemia
Pubblicato da Comunità Pastorale San Carlo il 10 Set 2021.

La cura per la salvezza delle anime non può prescindere dall’impegno di tutelare la salute dei corpi: anche in questo tempo di emergenza la Chiesa ha sempre continuato ad annunciare il Vangelo, celebrare i Sacramenti e aiutare i poveri adottando adeguati Protocolli in grado di prevenire infezioni da SARS-CoV-2.

La comunità civile ha spesso richiamato l’esigenza di tenere comportamenti prudenti e responsabili. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha recentemente dichiarato che “La responsabilità comincia da noi. Vaccinarsi – tra i tanti esempi - è un dovere non in obbedienza a un principio astratto, ma perché nasce dalla realtà concreta che dimostra che il vaccino è lo strumento più efficace di cui disponiamo per difenderci e per tutelare i più deboli e i più esposti a gravi pericoli.” (Discorso al Meeting di Rimini, 20 agosto 2021).

Proprio la tutela dei più deboli e dei più esposti a gravi pericoli è da sempre considerata dalla Chiesa come parte integrante della Sua Missione. Papa Francesco, nel videomessaggio ai popoli dell’America latina dello scorso 18 agosto, ha detto che “vaccinarsi, con vaccini autorizzati dalle autorità competenti, è un atto di amore. E contribuire a far sì che la maggior parte della gente si vaccini è un atto di amore. Amore per sé stessi, amore per familiari e amici, amore per tutti i popoli”.

A questo proposito si è espressa anche la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana in una nota datata 8 settembre 2021: “La tematica è complessa e la nostra riflessione dovrà rimanere aperta. L’appello del Papa, tuttavia, interpella le coscienze di tutti e, soprattutto, di chi è impegnato nell’azione pastorale delle nostre comunità. Siamo, dunque, chiamati a rispondere per primi a “un atto di amore” per noi stessi e per le comunità che ci sono affidate” (Presidenza CEI, Nota “Curare le relazioni in tempo di ripresa”, 8 settembre 2021).

Alcuni servizi svolti dagli operatori pastorali sono per loro natura caratterizzati da un particolare rischio di contagio. Compito della comunità cristiana è adottare tutte le misure necessarie a ridurre quanto più possibile questo rischio, sempre nel rispetto della libertà dei singoli.

La situazione sanitaria e gli strumenti a disposizione per combattere la pandemia sono in continua evoluzione. In questo momento i vaccini sono ritenuti dalle Autorità competenti

un mezzo importante per rallentare la diffusione della malattia e prevenire il COVID-19 almeno nelle forme più severe.

Anche i test diagnostici appaiono più affidabili e più facilmente effettuabili e lo screening periodico si è rivelato un importante strumento di contrasto alla pandemia.

Per questi motivi

 

DISPONGO CHE

 

- I Ministri ordinati possono visitare gli ammalati; tenere incontri di catechismo e prendere parte come operatori ad attività educative e didattiche gestite dalle Parrocchie solo se hanno ricevuto da almeno 14 giorni la prima dose di un qualsiasi vaccino contro il COVID-19 considerato adeguato dalle Autorità civili italiane oppure se sono guariti da non oltre 180 giorni dall’infezione da SARS-CoV-2 oppure se nelle 48h precedenti ad ogni momento in cui prestano i servizi sopra elencati effettuano con esito negativo uno dei test diagnostici approvati dal Ministero della Salute.

 

- Possono svolgere il servizio di Accolito e di Ministro straordinario della Comunione solo coloro che hanno ricevuto da almeno 14 giorni la prima dose di un qualsiasi vaccino contro il COVID-19 considerato adeguato dalle Autorità civili italiane oppure che sono guariti da non oltre 180 giorni dall’infezione da SARSCoV-2 oppure coloro che nelle 48h precedenti ad ogni momento in cui prestano il loro servizio (Santa Messa, visita agli ammalati, …) effettuano con esito negativo uno dei test diagnostici per il SARS-CoV-2 approvati dal Ministero della Salute.

 

- Possono svolgere i servizi di catechisti, educatori, insegnanti al doposcuola o alle scuole di italiano per stranieri gestite dalle Parrocchie, operatori maggiorenni di attività educative e didattiche gestite dalle Parrocchie solo coloro che hanno ricevuto da almeno 14 giorni la prima dose di un qualsiasi vaccino contro il COVID-19 considerato adeguato dalle Autorità civili italiane oppure che sono guariti da non oltre 180 giorni dall’infezione da SARS-CoV-2 oppure coloro che

nelle 48h precedenti ad ogni momento in cui prestano il loro servizio (incontro di catechesi; doposcuola; lezione di italiano, …) effettuano con esito negativo uno dei

test diagnostici per il SARS-CoV-2 approvati dal Ministero della Salute.

 

- Possono svolgere il servizio di coristi e cantori solo coloro che hanno ricevuto da almeno 14 giorni la prima dose di un qualsiasi vaccino contro il COVID-19 considerato adeguato dalle Autorità civili italiane oppure che sono guariti da non oltre 180 giorni dall’infezione da SARS-CoV-2 oppure coloro che nelle 48h precedenti ad ogni momento in cui prestano il loro servizio (prove oppure accompagnamento della liturgia) effettuano con esito negativo uno dei test diagnostici per il SARS-CoV-2 approvati dal Ministero della Salute.

La visita ai fedeli in pericolo di morte in circostanze di urgenza, qualora non fosse possibile ottemperare a quanto stabilito, è comunque consentita.

Gli Accoliti e i Ministri straordinari della Comunione e i catechisti, gli educatori e gli altri operatori di attività educative e didattiche, i coristi e i cantori si impegneranno in forma

scritta a rispettare le suddette disposizioni.

 

Le presenti disposizioni entrano in vigore il 20 settembre 2021.

+ Franco Agnesi

Vicario generale

 

Milano, 9 settembre 2021

 

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