Imago pietatis - Piazza Castello
di Peppo
Pubblicato da Commissione Cultura/Comunicazione il 18 Mar 2017.

In fondo alla piazza, la nostra piazza Castello, un’edicola fra le vetrine di chi vende la regola del tempo. Lui che chiuderà il tempo.

Imago pietatis in buon cinquecento di rara e ottima fattura.

La croce in campo azzurro, libera di cielo, quello lombardo alla Pasqua.

La croce è un tau, simbolo dei redenti, quelli riscattati dalla schiavitù della morte.

Dalla croce i chiodi nudi, i legacci inermi “morte dovè il tuo pungolo?” (1 Cor. 15,55).

Cristo esce del sepolcro. Nel primo respiro di vita l’arco della scapole insiste nel proporre il tau: Lui Redentore ne porta il segno.

Le mani si incontrano sulla balaustra, escono nello spazio, abbassano la distanza che ci separa da Lui.

Cercano la tua, la mia mano.

Escono dalla mandorla.

La mandorla, già tarda nel cinquecento, è simbolo di gloria: il paradiso.

E’ caso unico perché òa mandorla (a volte a tre colori, la Trinità ) è prerogativa esclusiva dell’iconografia del Padre, e non comunque dell’imago pietatis. Ma: “Chi vede me, vede il Padre” (Gv. 1,45) e la gloria del Padre è completa al primo fiato del figlio risorto.

Il volto sereno reclina la spalla per la fatica della morte.

Tu, lasciati guardare dal fondo della piazza.

 

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