Cena in Emmaus
di Peppo
Pubblicato da Commissione Cultura/Comunicazione il 18 Mag 2017.

a Luca Frigerio

per il molto che mi ha consegnato.


Ascolta.

Ascolta si fa sera

alla terra bassa fra i due fiumi

fra l'Adda e il Ticino.

Già lunghe le ombre dei pioppi su un'osteria di quella

di riva fiume. Sul tavolo la brocca, semplice, del vino

e i pani con la spaccata di mezzo.

Lui lo incontrano camminando

e invitano “rimani con noi, si fa sera”.

Cena in Emmaus.

Visitato da una luce lenta e morbida

Cleofa siede alla sinistra  del Risorto,

l'altro, forse Luca, sta di fronte a Cristo:

la luce lo coglie alle spalle,

ci coglie di spalle.

Le sue braccia allargano nel tuo, nel mio gesto

orante: Padre nostro...

Anche noi, come i discepoli, cerchiamo lo sguardo

del Risorto, il suo sguardo

lo sguardo che vince Matteo-Levi.

Ma Lui, il Verbo, ha scelto noi la parola,

apre l'orecchio a Cleofa. “Effatà” -apriti- (Mc 8, 32-35)

“Chi ascolta la mia parola e la mette in pratica

è mio fratello, sorella e madre”.

Spezza il pane.

Lo riconosciamo dal gesto, ma non ci abbraccia.

Cerchiamo le sue mani per toccare la ferita.

La nostra, la mia mano si accosta alla sua,

la paura fisica di prenderlo.

È un istante. A cena

in un posto senza posto come Emmaus.

Ascolta, si fa sera.

Alle falde di Casterno, sul crinale di Fallavecchia

alle rapide di Cassano d'Adda,

Lui, il Verbo, ha dato a noi la consegna della parola, la sua Parola.


Cena in Emmaus

Caravaggio (Michelanglo Merisi)

Milano, Pinacoteca di Brera

 

Peppo, Abbiategrasso, settimana in Albis 2017

Allegati: