a Luca Frigerio
per il molto che mi ha consegnato.
Ascolta.
Ascolta si fa sera
alla terra bassa fra i due fiumi
fra l'Adda e il Ticino.
Già lunghe le ombre dei pioppi su un'osteria di quella
di riva fiume. Sul tavolo la brocca, semplice, del vino
e i pani con la spaccata di mezzo.
Lui lo incontrano camminando
e invitano “rimani con noi, si fa sera”.
Cena in Emmaus.
Visitato da una luce lenta e morbida
Cleofa siede alla sinistra del Risorto,
l'altro, forse Luca, sta di fronte a Cristo:
la luce lo coglie alle spalle,
ci coglie di spalle.
Le sue braccia allargano nel tuo, nel mio gesto
orante: Padre nostro...
Anche noi, come i discepoli, cerchiamo lo sguardo
del Risorto, il suo sguardo
lo sguardo che vince Matteo-Levi.
Ma Lui, il Verbo, ha scelto noi la parola,
apre l'orecchio a Cleofa. “Effatà” -apriti- (Mc 8, 32-35)
“Chi ascolta la mia parola e la mette in pratica
è mio fratello, sorella e madre”.
Spezza il pane.
Lo riconosciamo dal gesto, ma non ci abbraccia.
Cerchiamo le sue mani per toccare la ferita.
La nostra, la mia mano si accosta alla sua,
la paura fisica di prenderlo.
È un istante. A cena
in un posto senza posto come Emmaus.
Ascolta, si fa sera.
Alle falde di Casterno, sul crinale di Fallavecchia
alle rapide di Cassano d'Adda,
Lui, il Verbo, ha dato a noi la consegna della parola, la sua Parola.
Cena in Emmaus
Caravaggio (Michelanglo Merisi)
Milano, Pinacoteca di Brera
Peppo, Abbiategrasso, settimana in Albis 2017